Giudiziaria

Migrante investito e ucciso a Villa Sikania: ok a riesumazione salma, indagini

Il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, e il sostituto Chiara Bisso, hanno disposto la riesumazione della salma, per procedere all’autopsia, del migrante eritreo Sied Anwar, 20 anni, investito e ucciso da un’auto nella notte fra il 3 e il 4 settembre dopo essere fuggito dal centro migranti di Villa Sikania a Siculiana. L’ipotesi sulla quale indagare, […]

Pubblicato 3 anni fa

Il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, e il sostituto Chiara Bisso, hanno disposto la riesumazione della salma, per procedere all’autopsia, del migrante eritreo Sied Anwar, 20 anni, investito e ucciso da un’auto nella notte fra il 3 e il 4 settembre dopo essere fuggito dal centro migranti di Villa Sikania a Siculiana. L’ipotesi sulla quale indagare, come sollecitato dall’avvocato Leonardo Marino, legale dello zio del ragazzo che, nel procedimento, si e’ costituito “parte offesa”, e’ che il migrante possa essere stato colpito con “calci, pugni o manganelli” da parte della polizia, e che, magari, la circostanza potrebbe avergli impedito di alzarsi in tempo ed evitare che l’auto lo investisse uccidendolo sul colpo. Al momento l’unico indagato, per l’ipotesi di reato di omicidio stradale e fuga del conducente, e’ il trentaquattrenne A.C., di Realmonte. La procura gli contesta di non avere tenuto una condotta di guida prudente con particolare riferimento alla velocita’. A. C. si e’ difeso e ha negato pure, in occasione dell’interrogatorio di convalida dell’arresto davanti al gip Francesco Provenzano, di essere fuggito all’alt dei poliziotti che, sostiene l’accusa, gli avrebbero intimato di fermarsi vedendo arrivare la Volkswagen Touareg ad alta velocita’. I suoi difensori, gli avvocati Luigi Troja e Giacomo La Russa, hanno sostenuto che “il migrante, come si evince dal video amatoriale agli atti dell’inchiesta, si trovava gia’ a terra, perche’ bloccato dagli agenti dopo la fuga, e non era possibile in nessun modo evitare l’impatto”. In relazione all’accusa di essere fuggito dopo lo schianto, e’ stata prodotta una consulenza tecnica, redatta dall’ingegnere Nicolo’ Vassallo, che proverebbe l’incompatibilita’ della ricostruzione accusatoria con la dinamica dei fatti. “La velocita’ con cui procedeva il mezzo – hanno detto i difensori – non superava i 70 chilometri orari”. A queste tesi si e’ aggiunta la richiesta del legale dello zio del ragazzo, che chiede di accertare se ci sono altre concause legate al possibile uso eccessivo della forza da parte dei poliziotti intervenuti per bloccare la fuga. La procura ha deciso di vederci chiaro e disporre ulteriori accertamenti. Mercoledi’ pomeriggio sara’ conferito l’incarico al medico legale Alberto Alongi. AGI

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